di Paolo Quagliarella
Perché l’astrologia dovrebbe dirci qualcosa di noi? Come fa a descriverci? C’è qualcosa in comune, allora, fra il cielo e l’uomo?
Parto dall’ultima domanda: sì, c’è qualcosa di comune tra i pianeti nel cielo e l’uomo. Ma non è un rapporto di causa ed effetto, non sono i pianeti che ci descrivono. Siamo noi uomini che proiettiamo le nostre aspettative verso di loro.
“Le costellazioni astrologiche raffigurano quelli che noi chiamiamo gli archetipi dell’inconscio collettivo. Sono immagini degli archetipi proiettate nel cielo. l’oroscopo della nascita raffigura una particolare combinazione individuale di elementi archetipici” (Marie-Louise von Franz, La morte e i sogni).
Ma il passaggio fondamentale lo esplicita Carl Gustav Jung nello spiegare l’astrologia, rendendo responsabile l’uomo del suo funzionamento, è il seguente:
“E’ come se l’anima umana fosse costituita di qualità provenienti dalle stelle; sembra che le stelle abbiano delle qualità che s’inseriscono bene nella nostra psicologia. ciò accade in ragione del fatto che, originariamente, l’astrologia era una proiezione sulle stelle della psicologia umana inconscia. In ciò vi è una conoscenza stupefacente, che consciamente non possediamo, del funzionamento inconscio che appare in primo luogo nelle stelle più remote, le stelle delle costellazioni zodiacali. sembra che ciò che possediamo, come conoscenza più intima e segreta di noi stessi, sia scritto nei cieli. per conoscere il mio carattere più individuale e più vero devo frugare i cieli, non riesco a vederlo direttamente in me stesso… “ (C. G. Jung, Visioni).
Non ci fermiamo mai abbastanza ad analizzare queste parole di Jung, che utilizza il verbo “sembra”: non c’è certezza scientifica, appare all’uomo in questo modo il valore dell’astrologia, come se (condizionale) ci fosse un influsso dei pianeti, delle costellazioni; invece è una nostra proiezione nel cielo: l’uomo proietta i propri pensieri, i moti dell’animo in cielo.
Dunque l’astrologia funziona perché ci crediamo, in qualche modo entriamo in uno stato poetico; c’è un abbassamento del livello di coscienza e abbiamo bisogno di immaginare per scoprire la nostra interiorità. Tutto ciò che s’inserisce dopo: la tecnica astrologica, il racconto mitologico, sono strumenti funzionali all’introspezione.
La sincronicità e l’astrologia, in parole semplici
La sincronicità, quindi, che è la ricerca del senso degli avvenimenti che ci sembrano a-causali, può essere definita anche come un ulteriore strumento che il nostro cervello utilizza per spiegare queste proiezioni.
Ci sono i pianeti, c’è l’uomo: l’uomo proietta le aspettative negli astri e quando scopre in sé qualcosa di vero in questa relazione (l’astrologia funziona, mi sta raccontando di me), qualcosa che lo scuote sin nelle fondamenta del proprio essere, come se ci fosse un non so che di magico e inspiegabile, interviene il concetto di sincronicità a cercare di dare un senso al vissuto interiore ed esteriore.
“Il caelum, dunque, è uno stato della mente. Visualizzatelo come un cielo notturno, disseminato dei corpi aerei degli Dei, le costellazioni astrologiche a un tempo bestiario e geometria, partecipi di tutte le cose del mondo come loro terreno immaginale. Il caelum non ha luogo, beninteso, nella vostra testa, nella vostra mente; è piuttosto la vostra mente che si muove nel caelum, sfiora le costellazioni; il cranio spesso e capelluto che si apre per lasciare entrare più luce, la loro luce, rendendo possibile una nuova idea di ordine; un’immaginazione cosmologica il cui pen¬siero spiega il cosmo con le forme delle immagini” (J. Hillman, Fuochi Blu).
Cosa sono gli archetipi, e che relazione hanno con il tema natale?
Gli archetipi sono per Jung delle forme vuote prive di contenuto, forme preesistenti di conoscenza che ci permettono di avere coscienza del mondo e di noi stessi. Possiamo pensare agli archetipi, in modo semplicistico, come a dei bicchieri dalle forme diverse, ma che non sono stati riempiti. Il soggetto può decidere se riempire i bicchieri di acqua, di vino, di sabbia e, nel momento in cui sceglierà di farlo, diventaranno tali, ovvero un bicchiere di vino, di acqua o di sabbia, a seconda della scelta che avrà effettuato. Diventano rappresentazioni o immagini archetipiche, la sua realtà, il vissuto della sua coscienza. Quello che fa la differenza è la scelta del soggetto. Cosa è allora il tema natale?
“Il senso fondamentale dell’oroscopo consiste nel fatto che, determinando le posizioni dei pianeti nonché le loro relazioni (aspetti) e assegnando i segni zodiacali ai punti cardinali, esso dà un quadro della costituzione prima psichica e poi fisica dell’individuo. L’oroscopo rappresenta dunque in sostanza un sistema delle qualità originarie e fondamentali del carattere di una persona e può essere considerato un equivalente della psiche individuale” (C. G. Jung)
Il tema natale rappresenta, astronomicamente, la posizione dei pianeti sullo zodiaco nel giorno della nostra nascita ad una precisa ora e in un’altrettanto specifica città. È quindi un segno poiché rappresenta in modo oggettivo una realtà.
Plotino ricordava che un’anima che s’incarna nasce, sceglie: i propri genitori, il proprio corpo, la propria sorte, ed un luogo per entrare nel mondo.
Il simbolo e il tema natale
Un uomo che guarda un albero può pensare che sia un semplice vegetale, ma nel momento in cui si spinge oltre con la fantasia, con il significato, proietta immagini personali legate ai suoi vissuti, alla sua cultura, può diventare un simbolo, qualcosa che unisce conscio e inconscio, che dà un senso “altro”.
Jung ricorda che ci sono simboli/segni universali, ovvero che a prescindere dall’esperienze del soggetto suscitano quella spinta verso l’oltre tangibile della coscienza. La parola “madre“, in qualsiasi lingua venga scritta, o rappresentata attraverso un segno, è un segno-simbolo universale, così come un occhio disegnato in un triangolo, per citare le sole immagini.
Il tema natale, di conseguenza, può essere una descrizione astronomica geocentrica del cielo di nascita, ma anche un sistema simbolico che può far apparire alla coscienza del soggetto la propria vita sotto lenti diverse. Peraltro il tema natale utilizza i Segni zodiacali, i Pianeti e ciascuno di loro è in stretta correlazione per nome, immagine a divinità a miti. Il mito per Jung è una delle espressioni principali dell’inconscio.
Il tema natale è una rappresentazione di sé
Se l’oroscopo personale è un contenitore semantico di tutte queste informazioni, si presta benissimo ad essere un sistema simbolico, inoltre anche rappresentazione del Sé junghiano, ovvero la meta del processo d’individuazione, meta che sarà sempre un faro, ma oggettivamente non raggiungibile. È come se fosse un asintoto a cui l’uomo tende all’infinito, sulla strada del Sé si compie la vita del soggetto. Il Sé, il tema natale, può rappresentare le nostre aspirazioni, la nostra vita nel suo complesso, con gioie, dolori, scelte, è il nostro Sé.
Il tema natale è un racconto
Il tema natale in quanto sistema simbolico, seppure contenga parti universali, immagini archetipiche, quando deve essere raccontato diviene rappresentazione archetipica, si spoglia dei valori universali del simbolo per abbracciare l’unicità della vita del soggetto, in una danza, in un amplesso.
Ho usato di proposito la parola, raccontato, e non interpretato, poiché il tema natale per quanto s’incarni, nel momento della lettura in te lettore deve mantenere, sempre, una parte aperta alla metafora, al simbolo in cui puoi scegliere la tua storia, rappresentartela, riviverla.
Non bisogna pensare che ci sia un destino già scritto, ma una forma sì, la forma del cielo che viene utilizzata come strumento e paradigma per inserire l’uomo in un sistema di riferimento interpretabile. L’evocare durante un racconto astrologico una divinità, semplicemente nominandola o facendo rivivere la storia nel soggetto, l’attiva a prescindere dal fatto che essa possa essere un elemento importante del tema natale mitologico, ma poiché quest’ultima è sicuramente presente nell’oroscopo dell’individuo, parlarne la metterà in relazione con l’intera struttura, ma soprattutto attiverà le tue emozioni, la psiche risuonerà con la materia, con il racconto. L’astrologia è, dunque, una forma narrativa, poetica. La poesia, come ricorda J. Hillman, è fondamentale per il vivere umano, il racconto, il narrare costruisce e decostruisce storie.
Sensazioni e percezioni: la libertà di scelta
Quando pensiamo al grafico del tema natale, agli aspetti presenti e alle posizioni zodiacali, dobbiamo immaginare gli archetipi, forme vuote prive di contenuto, che possono manifestarsi in vite vissute diversamente, seppure nella medesima struttura archetipica ben definita che è il tema natale.
Il cielo di nascita, seppure identico in due soggetti, viene vissuto da ciascuno in maniera diversa perché sono le sensazioni provate da te che diventano percezioni organizzate e categorizzate dalla tua mente che riempie le forme archetipiche: i pianeti in un segno, ecc. Marte in Ariete sarà l’energia esplosiva, impulsiva, ma potrà esplodere all’esterno o implodere verso te stesso: introversione ed estroversione, il tipo di manifestazione prenderà forma in funzione delle tue scelte individuali, in funzione dell’organizzazione percettiva delle sensazioni. Tu puoi essere spinto a reagire, perché colpito da uno schiaffo oppure porgere l’altra guancia, pur avendo Marte in Ariete, la scelta diventa la discriminante fondamentale sull’uso di Marte, sulla sua rappresentazione archetipica, sulla mia realtà che crei in quel momento, ma sempre all’interno di un forma ben definita.
Il tuo libero arbitrio sta nel riempire diversamente la forma, con la tua percezione e le tue azioni conseguenti.
Come raccontare il tema natale
Per fare un esempio, nel caso in cui tu avessi un aspetto di tensione “negativo” fra Venere e Marte, che senso avrebbe dire il problema dei tuoi amori, dei tuoi matrimoni, della tua sessualità vissuta male è causato da questo aspetto? Non sarebbe meglio descrivere questo scambio zodiacale come un momento, sempre presente, nelle psiche, restando in campo amoroso, di effusioni esagerate fra Venere e Marte, piccole vendette su cui si basano, comunque, l’amore e la passione? Come due innamorati, appunto, che cercano di fare ingelosire l’altro per poi accendere ancor di più il rapporto? Come descriverti questo aspetto è un’altra questione, si possono usare i miti, racconti (le storie di Venere e Marte) in cui il portatore dell’aspetto proietta il suo vissuto psichico o reale. Il racconto è la strada maestra perché attraverso le metafore, le parole si possono fornire numerose porte a cui il soggetto può accedere.
Dopo aver descritto il tema natale mitologico personalizzato, si pone una pietra miliare, fissa e immutabile sulla strada del soggetto, che può essere approfondita nei diversi campi di vita dello stesso, ma resta archetipicamente identica nella forma.
L’utilità di rileggere il tema natale anche a distanza di tempo
Ma la peculiarità del tema natale raccontato con i miti sta nel fatto che nel momento in cui tu rileggerai la consulenza di qualche anno prima, rileggerai il tuo racconto, avendo maturato altre esperienze, trovandoti in uno specifico momento psicologico e storico, coglierai nel racconto, che avrà con sé sempre una parte simbolica, quindi universale, come scritto in precedenza, emozioni diverse, senso diverso ai tuoi vissuti, altre risposte e altrettante domande. Dobbiamo ricordare che:
“[…] non sono né le stelle vere e proprie né i pianeti astrologici a governare la personalità. L’astrologia è un modo metaforico di riconoscere che i governanti della personalità sono poteri archetipici che sono al di fuori della nostra portata personale eppure sono necessariamente coinvolti in tutte le nostre vicissitudini. Questi poteri sono persone mitiche, dei e i loro movimenti non sono descritti in matematica, ma nei miti” (J. Hillman, Figure del Mito).